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Gli obbiettivi: l’occhio della fotocamera

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Gli obbiettivi: l’occhio della fotocamera – Così come i corpi macchina delle fotocamere anche gli obbiettivi svolgono un ruolo fondamentale in fotografia. Analizziamo insieme le loro principali caratteristiche.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera

La principale differenza che subito notiamo tra un obiettivo e un altro è la lunghezza focale. Con essa varia l’angolo di campo, ovvero la porzione di scena inquadrata espressa in gradi.

Gli obbiettivi si dividono in grandangolari che possiedono un angolo di campo molto ampio, e teleobiettivi, con un angolo sempre più ristretto via via che la lunghezza focale aumenta.

Ne esistono di costosi o di molto economici, ma teniamo sempre presente che una fotocamera non è altro che una camera oscura fornita di un sensore digitale (o una pellicola fino a qualche decennio fa) che traduce gli impulsi di luce che riceve.

In realtà a realizzare la foto vera e propria è l’obiettivo, insieme naturalmente all’occhio del fotografo e alle sue capacità creative.

Un tempo c’era poca scelta negli obbiettivi e i fotografi che hanno fatto la storia, soprattutto i fotoreporter, amavano utilizzare obbiettivi luminosi a focale fissa come il versatile 50mm.

Era adatto per la maggior parte di scene del quotidiano ma pur sempre limitato.

Oggi la tecnologia e il progresso hanno spinto le tante case produttrici a produrre lenti per qualsiasi evenienza, introducendo gli ormai famosissimi obbiettivi zoom, che in tempi moderni hanno tanto cambiato il modo di fotografare.

Tra i vantaggi delle reflex moderne c’è sicuramente la capacità di accettare una vasta gamma di ottiche: teleobiettivi, grandangoli, fish-eye, obiettivi macro per riprese ravvicinate e altre tipologie minori.

Questa versatilità è tipica sia delle più comuni 35mm (categoria in cui ricadono le reflex e le mirrorless, per intenderci) sia di quelle di medio formato, utilizzate soprattutto in ambito pubblicitario o architettonico, utili per stampe di grandi dimensioni.

L’obbiettivo e le sue funzioni

L’obiettivo è composto da diverse lenti di cristallo ottico, che possono essere sia concave, convesse, asferiche e altre tipologie più complesse.

Negli obbiettivi zoom si trovano lenti raggruppate che servono a variare le diverse lunghezze focali.

Le lenti sono progettate per mettere a fuoco i raggi di luce su un piano comune, il sensore digitale.

Per realizzare immagini che si possano definire nitide, un obiettivo deve possedere qualità come l’alto potere risolvente (ovvero la capacità di definire esattamente dettagli particolari e complicati) e un buon contrasto (che definisce la distinzione tra le zone più chiare e più scure della scena inquadrata).

L’obiettivo ha la funzione di controllare la quantità di luce che passa dal foro del diaframma e impressiona il sensore digitale.

La zona di apparente nitidezza di una scena fotografata (profondità di campo) dipende dall’apertura del diaframma (valore F), oltre che dalla lunghezza focale della lente (f) e da altri fattori di cui abbiamo già parlato e che trovate qui.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera
Ritratto – Primissimo piano

Il piano esatto di massima nitidezza – come ad esempio l’occhio in un ritratto – è gestito pienamente dal fotografo che per realizzare lo scopo gli basta premere a metà corsa il pulsante di scatto azionando l’autofocus.

Se volesse disattivare l’automatismo, per mettere a fuoco gli basterebbe muovere la ghiera posta solitamente nella parte anteriore dell’obbiettivo.

Le dimensioni di un soggetto in una foto sono determinate dalla particolare tipologia dell’obiettivo, e il fenomeno prende il nome di fattore d’ingrandimento.

Tale fattore sarà minimo nei grandangolari e molto evidente nei teleobbiettivi.

E’ chiaro che comunque il modo più semplice per ingrandire un soggetto, sarebbe quello di avvicinarsi di più, ma come vedrete in molte situazioni, non sempre ciò è possibile.

Ecco che allora ci vengono in aiuto i nostri cari supertele che sono fatti apposta per ingrandire soggetti molto lontani.

Inoltre, comprimono i piani prospettici facendo focalizzare maggiormente l’attenzione sul soggetto messo a fuoco.

Un’altra gamma di obbiettivi dedicati alla fotografia Macro sono progettati per fotografare soggetti molto piccoli e garantiscono una messa a fuoco estremamente ravvicinata generando immagini dal forte impatto visivo.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera
Macrofotografia

Se siamo interessati a fotografare un bel paesaggio, la quantità di panorama che prenderà spazio nel nostro fotogramma dipenderà dalla lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato.

Se lo fotografiamo con un ultragrandangolo da 14mm, per esempio, riuscirà ad abbracciare un angolo di campo di circa 112°, mentre con un superteleobiettivo da 600mm (una lente più sportiva) riprenderà solo una piccola porzione di circa.

Quindi scegliamo bene i nostri strumenti in base alle situazioni da fotografare.

Consigli: occhio al mosso!
Abbiamo già trattato questo argomento in questo articolo, ma lo riprendiamo velocemente anche qui.

Più lunga è la focale della lente, maggiore sarà il rischio che la foto venga mossa o vibrata se fotografiamo a mano libera, a discapito anche della nitidezza generale dell’immagine.

Per evitare questo effetto è essenziale munirsi di cavalletto (treppiedi) o quanto meno ricordarsi la formuletta che vuole che si scatti ad una velocità dell’otturatore di 1/la focale dell’obbiettivo.

Ad esempio, con un 50mm potete ottenere foto nitide a velocità 1/60s o se avete una mano davvero ferma e siete ben allenati a tenere in mano una fotocamera potete spingervi al massimo ad uno spot in più (+1) e scattare ad 1/30s.

Con un teleobiettivo da 300mm, vi servirà almeno 1/150s se fotografate a mano libera.

Se la luce scarseggia e i tempi rallentano troppo, si può sempre intervenire sull’ISO a discapito di una leggera perdita di qualità e comparsa di rumore fotografico.

Focale “normale” nei formati 35mm
Nelle comuni reflex o mirrorless attualmente in commercio, un obiettivo tra i 50mm e i 55mm è considerato una focale normale.

E’ definito tale, perché è la lente che maggiormente si avvicina alla vista dell’occhio umano con un angolo di campo di 45° circa.

Questa lunghezza focale ripropone una prospettiva naturale, priva di evidenti distorsioni purchè il soggetto messo a fuoco non sia troppo vicino. La scena che ne risulterà sarà molto simile a come noi la visualizziamo ad occhio nudo.

La prospettiva

Non è un concetto semplice da spiegare e ci vorrebbero molte più pagine e argomentazioni complesse per comprenderlo appieno.

In una sua accezione esemplificata, in fotografia si può definire il fenomeno che fa apparire gli oggetti sullo sfondo, più lontani di quelli in primo piano.

Come accennato sopra, un teleobiettivo di focale molto lunga sembra comprimere i piani ravvicinando i soggetti tra loro, un supergrandangolo produce esattamente l’effetto opposto.

www.emanuelecarlisi.it - Gli obbiettivi - Prospettiva Esasperata
Prospettiva esasperata

In realtà, la prospettiva dipende unicamente dalla distanza del soggetto dalla fotocamera.

Infatti se provate a fotografare con un obiettivo da 200mm e uno da 28mm scattando dalla stessa distanza, ingrandendo digitalmente la parte centrale del fotogramma, noterete che la prospettiva rimane identica e invariata.

Tuttavia, solitamente per soggetti lontani si usano focali lunghe perché più comode e a volte indispensabili per avvicinarsi al soggetto interessato, producendo quella compressione di piani cui accennavo prima e far apparire molto corta la distanza tra il soggetto e lo sfondo.

Di contro, montando un grandangolo sulla nostra reflex sarà necessario avvicinarsi molto al soggetto per far si che il fotogramma risulti pieno, dando vita a quella che in linguaggio fotografico definiremmo una prospettiva esasperata.

Ovvero, un oggetto in primo piano apparirà molto più grande che a occhio nudo, mentre gli oggetti più lontani saranno un piccolo puntino sullo sfondo.

Vi sarà sicuramente capitato durante qualche viaggio di fotografare un monumento o una chiesa inclinando la macchina fotografica per far entrare tutto all’interno del fotogramma.

Ecco, in questo modo la prospettiva si altera in modo tale che la base della struttura risulti essere molto più vicina all’obiettivo rispetto alla cima.
Potrebbe essere un espediente per realizzare qualcosa di creativo.

Grandangoli

Tutte le lenti con lunghezza focale inferiore ai 50mm possono definirsi grandangoli.

Utilizzati maggiormente dai paesaggisti o da chi come me si occupa di fotografia d’interni, sotto questa definizione troviamo tutti quegli obiettivi che vanno dal 35mm al 6mm.

Gli obiettivi da 20mm o con focale inferiore sono detti ultragrandangolari, incluse le lenti fish-eye che coprono un angolo visivo di 180°.

L’utilità effettiva di un grandangolo in campo pratico la si nota maggiormente quando non si ha modo di riprendere l’intera scena che ci interessa a causa della mancanza di spazio.

Ecco che allora questa tipologia di lente può essere la soluzione, dato il suo angolo di campo molto ampio. Fate attenzione però a non mettere troppo vicino il soggetto in primo piano perché più il grandangolo è spinto maggiore sarà la distorsione ottenuta.”

Sebbene questa caratteristica possa essere un limite a livello tecnico, a livello creativo può rivelarsi un effetto originale.

Particolarità dei grandangoli
Esistono dei fattori comuni a un po’ tutti i grandangoli che bisogna tenere presente.

Abbiamo già accennato a quanto sia importante avere a disposizione un grandangolo quando si vuole riprendere una particolare scena senza muoversi troppo.

La lunghezza focale grandangolare standard col quale solitamente acquistiamo le nostre reflex con zoom è il 28mm.

Le case produttrici utilizzano tale focale perché in qualche modo i 75° di campo visivo che abbraccia sono molto simili a ciò che vede l’occhio umano.

Se però vogliamo notare veramente la differenza basti utilizzare un ultragrandangolare come il 14mm e amplificare il nostro raggio d’azione fino a 110° senza muovere lo sguardo.

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Grandangolo

Se invece proviamo a scattare un edificio stando a pochi metri di distanza, noteremo l’effetto che in fotografia viene definito di linee cadenti.

Ovvero si ha la sensazione che il soggetto fotografato stia cadendo all’indietro e che le linee che nella realtà sono verticali ci appaiono convergere in un punto lontano del piano.

Anche questa distorsione prospettica può essere utilizzata con scopi creativi.

Altra caratteristica che accomuna i grandangoli è l’esasperazione della prospettiva, che crea un’illusione ottica che distorce la dimensione relativa degli oggetti.

Gli oggetti vicini alla lente appaiono insolitamente grandi e tutto ciò che invece si trova in secondo piano risulta spinto all’indietro e si percepisce molto più piccolo rispetto alle sue attuali dimensioni.

Il fenomeno dell’iperfocale

In fotografia esiste un modo per rendere nitido dal primo piano allo sfondo. Se operiamo con un 24mm, ad esempio, e vogliamo fotografare un viale alberato in un parco, per far si che risulti tutto nitido basterà mettere a fuoco alla distanza di 1/3 da dove ci troviamo.

Questa tecnica di iperfocale viene utilizzata spesso in paesaggistica con aperture di diaframma molto piccole, solitamente da F/8 in poi.

Quando i soggetti ai bordi appaiono allungati
Una caratteristica ottica a cui bisogna prestare particolare attenzione è l’evidente allungamento degli oggetti che si trovano vicino i bordi del nostro fotogramma soprattutto quando fotografiamo con un ultragrandangolare.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera

Non deriva dalla scarsa qualità dell’obiettivo, bensì da una qualità fisica della lente.

Facciamo dunque attenzione ed evitiamo di posizionare persone ai bordi per evitare evidenti distorsioni.

Teleobiettivi

Tutt’altra categoria rispetto alle lenti analizzate finora è rappresentata dagli obbiettivi la cui focale supera i 55mm, ovvero i teleobbiettivi.

Le lunghezze focali che superino i 200mm sono dette superteleobbiettivi e possono arrivare fino a 2000mm con alcuni modelli speciali. Hanno la capacità di inquadrare in un unico fotogramma un soggetto distante.

Le loro caratteristiche diventano più evidenti a mano a mano che cresce la lunghezza focale.

Grazie al loro ristretto angolo di campo (dai 40° a scendere) è più facile riempire del tutto il nostro fotogramma escludendo elementi di disturbo intorno al centro di interesse.

Comprimendo la prospettiva i teleobbiettivi hanno la capacità di far apparire oggetti posti a varie distanze come più vicini rispetto a quanto lo siano realmente.

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Teleobbiettivo

Immaginate una scena in una grande città con una lunga strada trafficata ricca di gente, semafori e autoveicoli. Con un teleobbiettivo che inquadri la scena frontalmente si avrà l’impressione che tutto sia accatastato.

I tele possono anche essere usati per fotografie di particolare e catturare dettagli che solitamente ad occhio nudo o con altre lenti non saremmo in grado di notare.

Naturalmente c’è da tenere in conto anche la scarsa profondità di campo generata da questi obbiettivi.

Maggiore sarà la distanza dal soggetto messo a fuoco e da quest’ultimo con lo sfondo, minore sarà la nitidezza dettata dalla profondità di campo.

Fenomeno che verrà accentuato con aperture molto ampie come F/4 o maggiori.

Obiettivi zoom

La storia della fotografia ha fatto un balzo avanti da quando sono stati messi sul mercato gli obbiettivi zoom.

La loro capacità di cambiare focale all’istante li ha resi particolarmente famosi e utilizzati sia da amatori che da professionisti.

Col passare del tempo la tecnologia li ha resi anche qualitativamente eccellenti, riuscendo ad eguagliare le ottiche fisse.

Versatili in ogni tipo di scena inquadrata, personalmente li uso soprattutto con la gente.

Ad una festa con tanti bimbi, sarà possibile fare una bella foto di gruppo col festeggiato e immortalarlo poco dopo mentre da solo soffia le candeline. Il tutto con un semplice gesto.

Naturalmente ai vantaggi corrispondono anche delle limitazioni. Scopriamone insieme i pro e i contro.

Gli obiettivi zoom di norma hanno peso e dimensione maggiori. Sono costituiti da più gruppi di lenti e quindi per loro stessa natura più ingombranti.

D’altra parte, questo inconveniente è facilmente avallato dal fatto che un’ottica zoom ne sostituisce molte altre lasciando anche più spazio in borsa per altri accessori.

La maggior parte degli zoom amatoriali, ahimè, tende ad essere meno luminoso rispetto alla stessa focale delle ottiche fisse.

Non è difficile trovare zoom con apertura variabile che vada da una luminosità massima F/3.5 per il grandangolo e un’apertura che si riduce a F/5.6 per il tele.

Spendendo però cifre maggiori, le case produttrici hanno oggi creato delle ottiche all’avanguardia con luminosità zoom che possono arrivare fino a F/2.8 per tutte le escursioni focali.

Al problema della scarsa luminosità si può comunque sempre ovviare con l’aumento dell’ISO o con l’utilizzo di flash elettronici a slitta che congelano il movimento del soggetto.

Molto spesso i fotografi ritrattisti preferiscono utilizzare lunghezze focali comprese tra gli 85 e i 135mm per evitare distorsioni nei lineamenti del viso.

Infatti quest’ultimi comprimono un poco i piani di ripresa e garantiscono l’attenzione sul soggetto che sarà ben distaccato dallo sfondo.

Permettono, inoltre, di essere abbastanza distanti dal soggetto in modo da non essere troppo invadenti.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera
Differenze di proporzione nelle varie focali

In definitiva, sebbene gli obbiettivi zoom in un primo momento non conobbero il favore del pubblico, col tempo le cose migliorarono e oggi sono utilizzatissimi anche dai professionisti.

Generalmente i modelli professionali più blasonati sono le ottiche 24-70mm F/2.8, versatile sotto molti punti di vista, il 70-200mm F/2.8, utilizzato per lo più per ritratto ed eventi sportivi e il 14-24mm sempre F/2.8 per chi, come me, si occupa di fotografi d’interni.

Lo zoom lascia al fotografo una grande libertà di composizione, ti permette di catturare l’attimo fuggente senza perder tempo a cambiare ottica.

Il fotografo può variare la prospettiva e concentrarsi sulla composizione anche se la luce cambia velocemente.

Se possedete un buon budget e desiderate avere uno zoom luminoso, magari ad apertura costante, scegliete uno dei modelli f/2.8 disponibile per la vostra fotocamera.

Naturalmente prezzo, dimensioni e peso saranno maggiori, ma sarà una spesa che varrà la pena di fare per portare ad un altro livello la vostra passione fotografica.

Spenderò adesso qualche parola su delle ottiche speciali, un po’ particolari, che non sono molto diffuse ma che vale la pena di conoscere.

Obiettivi a specchio

Esistono lenti nel mondo della fotografia che prendono il nome di catadiottrici.
Al posto dei normali gruppi di lenti, al loro interno deviano il corso della luce utilizzando degli appositi specchi.

La qualità è più scadente rispetto alle ottiche menzionate finora, però hanno il grande vantaggio di essere compatte, leggere e avere un prezzo concorrenziale.

Personalmente non li ho mai utilizzati, ma ho visto che grazie al loro fattore d’ingrandimento (di solito sono ottiche dai 500mm a salire) vengono utilizzati per lo più in macrofotografia.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera
Catadiottrici

Di solito non sono lenti luminose, in genere f/8 fisso, e hanno bisogno di davvero tanta luce per garantire una discreta qualità dell’immagine.

Quindi i tempi saranno più lenti e ci sarà bisogno di stabilizzare eventuali movimenti con un treppiedi o alzando la sensibilità ISO.

Una particolarità di queste lenti è il fatto che nello sfocato, i punti luminosi non vengano effettivamente resi come globi luminosi, ma più verosimilmente sembrano essere delle piccole ciambelline.

E’ un effetto tipico dei catadiottrici che può risultare un elemento creativo.

In questa doppia immagine ho scattato con due ottiche completamente diverse dalla stessa posizione. Nella prima ho utilizzato un 24mm che mi ha regalato una visione ad ampio raggio della campagna.

In quella a fianco, utilizzando un’ottica zoom tele da 80mm sono riuscito a cogliere un particolare della casa senza dovermi spostare.

Consigli
Un particolare che ho notato nel tempo, conoscendo meglio le ottiche con cui lavoro, è che le prestazioni ottiche e la nitidezza risultano essere al top quando si scatti tra aperture diaframma che variano da f/8 o f/11, cioè alle aperture medie.

Moltiplicatori di focale

Qui comincia il divertimento. Per gli amanti della natura o degli eventi sportivi in generale, i moltiplicatori di focale possono essere una soluzione economica ai costosissimi supertele.

Gli obbiettivi da 500 o 600mm possono arrivare a costare anche diverse migliaia di euro e quindi non alla portata di tutti.

Con questo piccolissimo strumento è però possibile avvicinarsi (è proprio il caso di dirlo) maggiormente a questa branca della fotografia.

Sono poco ingombranti, dal prezzo più che ragionevole e ne esistono di due tipi: il moltiplicatore 1,4x e quello 2x.

Così come facilmente si può intuire, il moltiplicatore 1,4x renderebbe un ipotetico obbiettivo di 200mm F/2.8, un 280mm con una perdita di luminosità di 1 stop. Mentre il 2x lo trasformerebbe in un 400mm! Davvero non male!

La perdita di luminosità è dovuta all’aggiunta della lente del moltiplicatore stesso che nel caso del 2x scenderà di 2 stop.

Quindi nel nostro esempio avremo sì un 400mm, ma la sua massima luminosità sarà ridotta a F/5.6, che comunque non dispiace.

L’esposimetro in camera compenserà le variazioni, ma le esposizioni saranno un po’ più lunghe.

Il cavalletto, un’asta d’appoggio, una sensibilità ISO più rapida saranno buone soluzioni per velocità di scatto più alte e quindi foto più nitide.

Sebbene questi moltiplicatori ci aprano più facilmente al mondo della fotografia di lunga distanza, per un uso professionale bisogna stare attenti e sceglierli come si deve.

Magari acquistarli della stessa marca del vostro obiettivo, meglio se con cinque o sette lenti. I produttori consigliano di utilizzarli con focali non inferiori ai 180mm per avere anche un’ottima resa di nitidezza e contrasto.

Obiettivi per la macrofotografia

Questo ambito fotografico meriterebbe un approfondimento a parte, vista la sua vastità. Per il momento mi limiterò a tracciare gli aspetti base degli obbiettivi che servono per realizzare immagini dal forte ingrandimento.

Di solito negli obbiettivi dedicati il termine “macro” è marchiato nel barilotto della lente ed indica la capacità di tale lente di mettere a fuoco a distanza molto ravvicinata.

Gli obbiettivi: l'occhio della fotocamera
Macrofotografia

A dire il vero gli zoom più moderni hanno una discreta capacità di mettere a fuoco soggetti anche a brevissime distanze che oscillano dai 38 ai 28cm in base a modello e marca.

Per potersi definire però un obbiettivo macro a tutti gli effetti, il potere di ingrandimento non può essere inferiore a 0,5x, ovvero deve avere la capacità di riprodurre metà della grandezza naturale del soggetto inquadrato.

Gli obbiettivi più costosi riescono ad ingrandire almeno dell’1x e garantire qualità a qualsiasi distanza.

Decentrabili e basculabili

Nella sezione dedicata agli obbiettivi grandangolari avevamo già accennato alle distorsioni prodotte dalla prospettiva dovuta alla vicinanza col soggetto inquadrato.

Per ovviare a tale problema, oltre alla possibilità naturalmente di allontanarsi, esistono obbiettivi con controllo di prospettiva o decentrabili che risolvono i problemi prospettici.

Tali obiettivi sono progettati con un meccanismo particolare che muove solo i gruppi focali e non la macchina fotografica, prevenendo in tal modo il fenomeno delle linee cadenti. Il loro costo però non ne giustifica un acquisto se non di tipo professionale relativo all’architettura.

Obiettivi fish-eye (a occhio di pesce)

Totalmente di natura opposta, questi obiettivi ultra-grandangolari possiedono un angolo di campo pari a 180°.
Trovano spazio maggiormente nella fotografia creativa e sono spesso considerati un capriccio.

Le loro lunghezze focali variano dai 6 ai 16mm, non per forza luminosissimi perché l’ampio raggio permette di catturare molta più luce di obbiettivi normali.

Se si è affascinati dall’effetto che producono ma non si vuole spendere tanto da dedicarci un posto in valigia, esistono dei convertitori che producono l’effetto fish-eye su qualsiasi grandangolo, oggi anche sugli smartphone.

fish-eye
Due effetti possibili con lenti fish-eye

Ne esistono di due tipi: il primo produce davvero una curvatura esasperata tanto da creare un’immagine rotonda nel centro del fotogramma.

L’altro modello invece è meno “aggressivo” e riproduce un fotogramma rettangolare con vistose linee curve ai bordi del fotogramma.

Tuttavia, lo scopo scientifico-documentaristico dei fish-eye circolari, portano ad innalzare il prezzo di queste lenti.

Dal mio modesto punto di vista, è un’attrezzatura simpatica, ma che se utilizzata indiscriminatamente col tempo risulta stucchevole ed eccessiva.

Per concludere questa digressione sugli obbiettivi, posso consigliare di sondare sempre nuovi territori nel mondo della fotografia grazie a questi fantastici strumenti.

Con ciò, capisco che non si possono acquistare tutte le tipologie di lenti esistenti in commercio, ma piuttosto cercare di capire su quale campo ci piacerebbe specializzarci e fare acquisti mirati in tal senso.

Gli obbiettivi sono resistenti nel tempo e possono diventare compagni di avventure e trasformare bei momenti in affascinanti ricordi. Quindi lasciate spazio alla vostra creatività e sperimentate!


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