– Profondità di campo e come controllarla –
La capacità di controllare questo elemento della fotografia è una delle caratteristiche che distinguono il fotografo vero, dall’amatore domenicale. Adesso proverò a spiegarne il concetto e gli aspetti pratici.
Per cominciare, si può definire profondità di campo, la zona di nitidezza accettabile all’interno di una fotografia.
Ovvero, è chiaro che principalmente il soggetto e tutto ciò che si trova sulla stessa linea di fuoco risulterà nitido.
Ma fisicamente la profondità si espande e anche una porzione davanti e dietro questa linea di fuoco risulterà nitida.
Ci sono quattro elementi chiave che la definiscono:
La distanza dal soggetto
In fotografia funziona così: più ci si avvicina al soggetto, meno profondità di campo avremo.
Nella fotografia Macro, dove la distanza solitamente è molto ravvicinata la nitidezza si potrà misurare in centimetri se non in millimetri.
Se invece fotografiamo un bel profilo montano la profondità di campo sarà maggiore e l’occhio correrà felice all’interno dell’immagine trovando tutto (o quasi tutto) messo a fuoco.
Lunghezza focale
Oltre la distanza dal soggetto noteremo che la profondità di campo varia anche a secondo della focale dell’obbiettivo utilizzato.
Ne parleremo nello specifico in un altro momento, ma vi basti sapere che i teleobiettivi – per esempio un 400 o un 600mm– producono immagini con pochissima profondità di campo (soprattutto se luminosi).
Mentre i grandangolari, adatti ad abbracciare più porzione della scena inquadrata – come un 24mm o un 35mm – garantiscono un’estesa profondità di campo.
Apertura di diaframma
Ne abbiamo parlato nello specifico in questo articolo. Con ampie aperture di diaframma (ovvero piccoli valori F) corrisponde una limitata profondità di campo.
Con piccoli valori di apertura (grandi valori F) si aumenta la zona di nitidezza.
Facciamo la prova e scattiamo un’immagine dello stesso soggetto prima con un’apertura molto ampia (nella foto a F/2.8) e poi chiudiamo a F/8 e infine a F/16. Come vedete la profondità di campo diventa sempre maggiore. A f/22 ce ne sarà moltissima.
Punto di messa a fuoco
L’ultimo valore che determina la nitidezza è il punto esatto di messa a fuoco.
Così facendo la nitidezza si estenderà due terzi dietro di esso e per circa un terzo davanti al punto di messa. Riguarda quasi tutti gli ambiti fotografici, tranne la macrofotografia che è un po’ più particolare.
Per una buona profondità di campo, se stiamo fotografando ad esempio un campo di fiori, mettete a fuoco più o meno a un terzo dalla base del fotogramma usando un’apertura piccola di almeno F/8 e vedrete il risultato. Sperimentate gente!
Alcune reflex di fascia alta hanno un dispositivo chiamato controllo della profondità di campo.
Solitamente è un pulsante messo di fianco che premendolo permette di visualizzare in anticipo la zona di nitidezza alle diverse aperture senza scattare la foto.
Si è così in grado di decidere anticipatamente quale profondità di campo sia più interessante per noi in quella data situazione.
Consigli
Un piccolo trucchetto che non tutti sanno. Se provate a realizzare due stampe di diverso formato dello stesso fotogramma, noterete che la zona di nitidezza vi sembrerà più ampia nelle stampe piccole piuttosto che negli ingrandimenti.
Un oggetto che in una stampa 10x15cm risulti chiaramente a fuoco, apparirà in parte meno nitido in un ingrandimento 20x25cm o addirittura in un poster 40x60cm se visto molto da vicino.
Lo stesso “problema” lo notiamo anche nei televisori che abbiamo in casa o al cinema. Meno distanza vi separa dallo schermo, meno nitido apparirà lo schermo e più pixel noterete.
Soprattutto con i TV il mio consiglio è sempre quello di scegliere la grandezza in pollici in base alla distanza di osservazione. Non serve avere un 60 pollici se poi lo si osserva da meno di 2m! Serve solo ad affaticare la vista e nulla più.
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